L'arte e il suo feticcio: fruizione di "sostituti mistificatori dell'originale"
- Rosalba Avventura
- 29 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min

PRIMA PARTE: Introduzione. Partendo dal presupposto che è impensabile scindere l’essere umano dall’arte che egli produce o con cui, per qualche via, necessariamente viene in contatto è bene prendere in considerazione come, muovendo un solo tassello nella vita di un essere umano, che può essere l’invenzione di internet o dell’ultimo modello di iPhone, si scatenino reazioni incontrollabili capaci di modificare la nostra vita ad un livello così profondo, tale da contaminare il nostro inconscio e modificare il modo di stare al mondo.
È quello di cui parlava Jean Epstein quando, con l’invenzione del cinema, formulò una teoria secondo cui ogni nuova tecnologia comporta una serie di considerevoli cambiamenti per l’intera umanità, partendo dalle più banali abitudini.
“[...] Epstein era convinto che il cinema fosse uno strumento capace di modificare profondamente non solo il campo della creazione artistica ma anche - come leggiamo bel breve saggio Culture cinématographique(1946)- la cultura nel suo insieme: una cultura intesa non come l’insieme delle opere prodotte da un’élite sociale erudita, ma piuttosto come quei <<modi di pensare più semplici e comuni>> che, presi insieme, determinano il <<clima mentale di un’epoca>>. La storia delle tecniche mostra chiaramente, secondo il regista francese, come la comparsa di ogni nuovo strumento <<riconfigura>> e <<riorganizza a suo modo lo spirito che l’ha concepito e che l’ha creato>>.” (Pinotti, Somaini, 2016: p.10)
È noto come le nuove tecnologie abbiano dato alla luce una nuova tipologia di vita, probabilmente ancora in fase embrionale, che stiamo man mano costruendo. Ciò che spesso non è compreso, o meglio sottovalutato, è che oltre alle abitudini più banali come leggere un libro in cartaceo o in ebook, ad essere stravolta è stata la nostra sfera sensoriale. Il concetto è che il sistema percettivo umano subisce continue variazioni nel tempo, adattandosi di volta in volta alla nuova tecnologia proposta, è accaduto con l’arrivo dell’alfabeto e avviene oggi con cellulari, smart tv, internet e quant’altro e ciò che va a modificarsi di conseguenza è ovviamente l’intera società e quindi la sua cultura, che diviene testimone della suddetta evoluzione, potremmo dire tecnologica, a cui viene sottoposto il genere umano. Come la teoria del caos secondo cui da un battito di farfalla può scaturire un uragano dall’altra parte del mondo, ogni piccolo passo in avanti nello sviluppo tecnologico crea variazioni a lungo termine sull’intera esistenza umana.
Si parla di un nuovo modo di percepire lo spazio e soprattutto il tempo, basti pensare a come la comunicazione via internet e smartphone abbia portato a un nuovo livello i legami tra uomo, persone, mondo e cultura. Ora tutto è a portata di mano, o meglio di clic: abbiamo fra le nostre mani questi congegni che ci regalano l’impossibile e tutto racchiuso in una sottile scatola metallica che possiamo mettere comodamente in tasca e consultare a una velocità inaudita in qualsiasi momento. Un’accessibilità d'informazioni che soprattutto le ultime generazioni danno per scontata, ma che ha profondamente alterato il nostro modo di rapportarci col mondo al di fuori di noi.
Avendo questa nuova vita ricca di possibilità, l’uomo ha di conseguenza aspettative sempre più pretenziose e ciò comporta, fortunatamente, il continuo sviluppo tecnologico, con la continua evoluzione verso un livello sempre migliore del precedente. Uno sviluppo tendente verso la volontà di conquista del mondo reale ma in un “universo parallelo”, quello online o non-materiale del virtuale. All’uomo non basta più il reale così com’è, la società, l’urbanistica e persino una tradizionale visita al museo iniziano ad andargli strette, tanto da incrementare la richiesta di una vita più all’avanguardia, che stia al passo con la velocità raggiunta in ogni aspetto della sua quotidianità. Una velocità d'impulsi, nozioni, immagini tale da far annoiare la gente di tutto ciò che compone la realtà oggi, come se il mondo come è ora non bastasse più e ci si volesse catapultare in questa virtualità che sembra essere sempre ad un livello superiore della normale esistenza fuori dagli schermi.
L’arte, oggi quasi completamente soggiogata dal mercato e dal capitalismo, non può restarne fuori e per non rischiare di morire in un angolo della memoria dell’umanità, deve trovare una soluzione. C’è stata la necessità di inventarsi un escamotage valido per continuare ad avere un posto nella vita della massa, la cui velocità tecnica è esponenzialmente proporzionale al disinteresse verso qualcosa che necessiti di un momento culturale di stasi e riflessione.
Ed ecco che entrano in scena le Mostre Immersive, create su un modello di vita che ci vede abituati a confrontarsi ogni giorno con molteplici interfacce che danno luogo a un universo di possibilità, il quale crea quindi la richiesta di questo tipo di trattamento anche da eventi culturali. Dopo essere stati accecati da questi mondi che si aprono a noi partendo da un solo schermo e dopo averci viaggiato all’interno scoprendo nuove modalità esperienziali, non possiamo più farne a meno e sembra quasi scioccante proporre di stare di fronte ad un quadro, uno solo, in contemplazione.
Siamo l’epoca del “tanto lo cerco su internet” e il livello di disattenzione e quindi il ribaltamento della richiesta della gente nei confronti della cultura, sono tali da causare la nascita di trovate come le mostre multimediali, che sono oggetto di questa tesi. Con questi presupposti mi vedo impegnata ad analizzarne gli aspetti per capire al meglio la tecnologia di tali esposizioni, le intenzioni celate dietro una tale proposta e l’esperienza fruitiva che ne scaturisce.
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